[CAF] Dopo 17 anni i Leoni della Teranga tornano in finale. Al 100′ crollano le Aquile Cartaginesi

Copertina Coppa d'Africa
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La 39° Coppa d’Africa, giorno dopo giorno, sta giungendo alla sua conclusione. Ieri è stato il giorno delle semifinali dove si sono affrontate da un lato Senegal e Tunisia e dall’altro Algeria e Nigeria. Nonostante ognuna di queste squadre, per il cammino fin qui compiuto, meriterebbe un posto in finale saranno solamente due le compagini a giocarsi il titolo il 19 Luglio, mentre, le sconfitte potranno sfidarsi nella finale per il 3°/4° posto in programma il 17 Luglio.

Il match di cui vi andrò a parlare è il primo in questione, quello che vede fronteggiarsi la nazione dei Leoni della Teranga contro Le Aquile di Cartagine. La vincente delle due andrà ad affrontare in finale l’Algeria uscita vittoriosa dall’altra semifinale contro la Nigeria terminata 2-1 e decisa da una punizione al 95′ del talento del Manchester City Riyad Mahrez. Invece, la perdente della sfida in oggetto, dovrà affrontare le Super Eagles nella finale per decretare chi sarà la 3°, e di conseguenza la 4°, classificata del torneo.

La partita, a differenza con l’altra semifinale, si rivela meno ricca di gol ma ugualmente emozionante con il Senegal a prendere l’iniziativa, dominatori della prima metà di gara, e la Tunisia, spiazzata dalla capacità degli avversari di saltare il centrocampo, ad agire di rimessa. Giornata da incorniciare per i due portieri, Gomis e Hassen, che neutralizzano un rigore a testa, entrambi concessi nella ripresa. Nonostante le diverse occasioni create da Manè e da Niang, la squadra di Cissè (tra i protagonisti del Senegal del 2002) non riesce a sbloccare il risultato; stesso risultato per Khazri, uno dei più attivi della squadra di Giresse. Le reti rimangono così invariate fino ai tempi supplementari quando la spinta dei senegalesi viene finalmente premiata con un rocambolesco autogol da parte di uno dei difensori più rappresentativi della Tunisia, Dylan Bronn. Con il vantaggio in mano e solo il secondo tempo supplementare da giocare, i Leoni della Teranga, evitano ogni tipo di rischio e si chiudono in difesa respingendo i tentativi disperati degli avversari.

La squadra di Cissè raggiunge così, per la seconda volta nella sua storia, la finale di Coppa d’Africa, uguagliando momentaneamente il secondo posto ottenuto nel 2002. I ragazzi di Giresse, invece, dopo aver ottenuto una semifinale che mancava dal 2004 (anno in cui hanno vinto il trofeo) dovranno superare la Nigeria per eguagliare il 3° posto del 1962.

Tra i senegalesi, come detto in precedenza, da segnalare la prova del portiere della Spal Alfred Gomis che, prima di respingere il penalty, ha negato, in un paio d’occasioni, il gol del vantaggio agli avversari. Prestazione da protagonista anche per Sadio Manè, l’attaccante del Liverpool è la vera spina nel fianco della difesa tunisina alla quale non ha dato punti di riferimento continuando a svariare per tutto il fronte d’attacco e creando occasioni sia per sè stesso sia per i compagni. Pregevoli anche le prove dei due terzini, Sabaly e Gassama, sempre pronti a sostenere le azioni offensive dei compagni e puntuali in fase difensiva sulle sortite di Khazri e Sassi. Dominatore incontrastato della retroguardia senegalese è stato il capitano Kouyatè che, oltre a dare il via alle azioni della squadra, “ruba” la scena al napoletano Koulibaly ed erge una muraglia davanti al proprio portiere. Infine, ottimo l’approccio alla gara dei subentrati Diagne e Sarr, che hanno sostituito gli spenti Niang e Diatta.

Protagonista indiscusso delle Aquile di Cartagine è stato l’estremo difensore Hassen Mouez che con le sue parate ha tenuto in equilibrio il risultato per tutti i 90′ regolamentari. Tra i più pericolosi in maglia rossa vanno citati il n° 10 Khazri, mina vagante della fascia, ed il centrocampista Sassi, puntuale negli inserimenti e dotato di un buon tiro. Per quanto riguarda il reparto arretrato prova altalenante di Bronn, uno degli osservati speciali, che insieme alle perfette chiusure affianca il fallo da rigore su Sarr e la sfortunata autorete; più solida la prestazione del compagno di reparto Meriah, difensore che predilige l’efficienza allo spettacolo.

CRONACA

I due CT non abbandonano i moduli che li hanno portati fino a questo scontro, ovvero il 4-3-3. Cissè affida nuovamente le chiavi del centrocampo ai mediani Papa Alioune Ndiaye e Idrissa Gana Gueye, permettendo così a Saivet di svariare sull’intera trequarti; Giresse, dal canto suo risponde, con i due incursori Sassi e Ben Mohamed lasciando a Skhiri il compito di impostare e di fare da prima barriera agli attacchi degli avversari.

Il match, come suggerisce il fatto stesso di essere una semifinale, attraversa la famosa fase di studio per buoni 20 minuti, in cui nessuna delle due squadre prende il sopravvento sull’altra ed il pallone stanzia principalmente nella zona centrale del campo. Al 26′ i Leoni della Teranga rompono gli indugi e colpiscono in pieno il palo con la conclusione dal limite di Sabaly. Passano appena 2 minuti e Kouyatè è chiamato agli straordinari per fermare Khenissi lanciato a rete. Al 36′ si accende Manè, l’esterno si inserisce in area tunisina sfruttando il filtrante di Sabaly, appoggia poi per Niang che colpsice in girata e manda il pallone di poco a lato. Passano pochi secondi e l’attaccante del Liverpool, servito da Gueye, parte in contropiede, supera Hassen ma non riesce ad inquadrare lo specchio sprecando così una ghiotta occasione. Al 39′ ancora Manè protagonista ma la sua conclusione sfiora la traversa e si spegne sul fondo. Nonostante la costante pressione i senegalesi non riescono a scardinare le difese tunisine che approfittano dell’intervallo per poter respirare.
Al ritorno in campo Alain Giresse corre ai ripari inserendo il centrocampista Sliti al posto della punta centrale Msakni, in ombra per tutto il primo tempo. Il cambio modulo toglie punti di riferimento alla difesa senegalese permettendo a Khessini e Khazri di spaziare per tutto il fronte offensivo. La modifica introdotta del tecnico sortisce subito l’effetto sperato e le Aquile Cartaginesi creano subito il loro primo pericolo, Sassi indirizza la sfera verso l’angolino basso destro ma Gomis si tuffa e devia la conclusione in corner. Al 76′ arriva l’episodio che potrebbe cambiare il match: Hadadi, entrato in area, serve a Sassi un calcio di rigore in movimento, sul destro del 13 si lancia in scivolata Koulibaly ma respinge il tiro con il braccio concedendo così il rigore per i tunisini. Sul dischetto si presenta lo stesso Sassi ma calcia debolmente e Gomis, indovinando il lato, blocca agilmente la conclusione. Trascorrono appena 3 minuti e Bronn sgambetta in area Sarr concedendo a sua volta un penalty a favore dei Leoni della Teranga. Sul dischetto va lo stesso Sarr che angola il tiro ma è reattivo Hassen ed in tuffo devia in corner il calcio piazzato. All’85 Diagnè, entrato al posto di Niang, ha l’occasione di regalare la finale alla sua nazione ma da due passi manda in curva il perfetto assist di Sarr; all’89’ è ancora il Senegal protagonista con Saivet che al volo colpisce l’esterno della rete sul cross di Gassama dando l’illusione del gol.

Le due squadre vanno così ai supplementari con la Tunisia sempre più ritirata verso la propria porta ed il Senegal a cercare con insistenza il gol della vittoria. Al 99′ gli sforzi dei Leoni della Teranga vengono premiati: Saivet, batte verso il centro una punizione sull’out di destra, Hassen prova ad intercettare la traiettoria ma sbaglia l’uscita ed il pallone finisce addosso a Bronn che sfortunatamente lo spedisce nella propria porta. Una volta sbloccato il punteggio la squadra di Cissè abbassa il proprio baricentro in modo da contenere l’assalto degli avversari. Le Aquile Cartaginesi prendono possesso della metà campo senegalese e riempono l’area avversaria di cross nel tentativo di trovare la zampata vincente. Al 115′ momenti di apprensione in area senegalese, rimessa lunga di Haddadi, svetta di testa Kouyatè e Gueye completa il rilancio ma prima di ciò la sfera sbatte sulla mano del n°5. Il direttore di gara Bamlak inizialmente fischia il penalty ma va a rivedere l’azione al VAR, dopo un paio di minuti di valutazione dell’accaduto l’arbitro torna in campo e annulla il calcio di rigore considerando involontariato il tocco del senegalese. Da qui fino al 120′ succede poco e niente fino a quando non esplode la gioia dei senegalesi al triplice fischio.

E lo saluto!

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