[ANI] Alla scoperta dello squalo mako il “cugino” del bianco

Coppia di squalo mako
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Signori e signore, armatevi di muta, pinne e maschera virtuali che oggi si va al mare. Si perchè il protagonista di giornata è l’Isurus oxyrinchus, alias lo squalo mako. La scelta di questa specie non è stata casuale, ma assolutamente e volutamente collegata alla fake news analizzata giorni fa. Perché ad una rapida occhiata questo predatore può essere scambiato per il più famoso dei pesci cartilaginei, ossia il grande squalo bianco ma già dal semplice confronto fotografico si possono osservare alcune differenze.

La prima che salta all’occhio riguarda la corporatura dei due squali, infatti, il mako appare più snello e fusiforme rispetto al bianco, con un muso apparentemente più appuntito. Un’altra differenza estetica riguarda la linea di separazione tra la colorazione dorsale più scura, tendente al grigio, e quella ventrale bianca meno definita nel primo rispetto a quella del secondo. (I)

Andando più nello specifico, nonostante questi due pesci appartengano alla stessa famiglia (Lamnidae, comparsa sulla Terra circa 70 milioni di anni fa) e siano molto vicini filogeneticamente parlando, fanno parte di due generi (e di conseguenza specie) diversi, infatti lo squalo mako, come scritto in apertura di articolo, appartiene al genere Isurus, mentre lo squalo bianco al Carcharodon. Quest’ultimo, inoltre, è l’unico rappresentate di questo gruppo di squali con la specie C. carcharias.

Archiviata la doverosa parentesi tassonomica, un altro carattere differente tra i due pesci riguarda la dentatura, infatti, i denti del mako hanno il bordo liscio, sono ricurvi verso l’interno della bocca e più stretti rispetto a quelli del bianco che, inoltre, presentano un bordo seghettato (caratteristica unica all’interno della famiglia) e la forma ricorda un triangolo a base larga. In agguinta, l’ I. oxyrinchus è, generalmente, più piccolo poichè in media questi animali raggiungono i 3-4 metri, contro i 5-6 metri del grande predatore.

Infine, ultimo ma non meno importante, i due condroitti mostrano due areali di distribuzione differenti, il mako è praticamente cosmopolita, il bianco potrebbe esserlo poichè le popolazione accertate sono distribuite nei maggiori oceani e mari, ma presentano un’espansione minore rispetto al precedente e soprattutto i dati provenienti dall’Oceano Indiano e in parte anche dall’Atlantico, al momento, non permettono di definire se appartengano a delle popolazioni stabili o se questa zona faccia solo parte di una rotta migratoria (come evidenziato nelle immagini in basso).

Quindi, in chiusura di questo parallelismo, se mai dovreste incontrare uno squalo sui 3 metri con una forma che ricorda un missile sappiate che non è uno squalo bianco ma uno squalo mako e se entrate nel panico non disturbatelo e soprattutto non uccidetelo ma limitatevi a paralizzarvi dalla paura, ad osservarlo e scattare centinaia di foto, come farei io.

Adesso basta eh, abbiamo detto che il protagonista di giornata è l’Isurus oxyrinchus ed è giunto il momento di dargli lo spazio che si merita.

Isurus oxyrinchus (Rafinesque, 1810)

Il nostro protagonista in tutto il suo splendore. Lo squalo mako pinna corta. Fonte Wikipedia

Il genere Isurus, fino ad oggi, conta 11 specie, 2 viventi e 9 estinte (tra cui il mako gigante, Isurus hastalis) (IIa). Oltre al mako, con il quale sto ammorbando il vostro cervello, c’è anche l’ Isurus paucus o mako pinna lunga, che per l’appunto presenta delle pinne pettorali decisamente più sviluppate; un altro squalo affine a questi due è la verdesca o Prionace glauca che in passato era stata inserita nello stesso genere.

Oltre alle caratteristiche elencate in precedenza, il mako è uno dei pochi squali, insieme allo squalo bianco ed allo squalo pinna nera, ad effettuare il breaching, ossia saltare fuori dall’acqua; l’I. oxyrinchus può raggiungere anche i 7 metri d’altezza (IIb). Come tutti gli Elasmobranchi (sottoclasse di appartenenza del genere), non possiedono la vescica natatoria e quindi per stare a mezz’acqua utilizzano lo squalene, un idrocarburo meno denso dell’acqua contenuto nel loro fegato, il quale permette, inoltre, all’animale di muoversi liberamente nel mezzo liquido.

Gli squali mako prediligono le acque tropicali e temperate, che raramente vadano al di sotto di 16°C, dove si nutrono principalmente di pesce azzurro e calamari ma sono stati registrati anche attacchi a pesci spada e mante (III). Sono tra i predatori marini più efficienti, probabilmente il più veloce, e si pensa che possano raggiungere con uno scatto i 100 km/h, anche se fino ad oggi il massimo registrato è 74 km/h (I). Sono degli animali in grado di percorrere grandi distanze arrivando a ricoprire più di 2000 km in un mese.

Come nella maggior parte degli squali le femmine sono più grandi dei maschi potendo raggiungere i 4 m di lunghezza ed entrano nell’età riproduttiva intorno ai 19 anni; più precoci, invece, gli esemplari dell’altro sesso visto che sono sessualmente attivi già ai 7/8 anni d’età. Hanno una gestazione che varia dai 15 ai 18 mesi, partiriscono circa ogni 3 anni e la loro durata di vita va dai 30 ai 35 anni. I mako sono ovovivipari, il che vuol dire che la femmine, dopo la fecondazione, trattiene nel suo utero gli ovuli fecondati fino a quando i piccoli non sono completamente formati.

CARATTERISTICHE EXTRA-ZOOLOGICHE

L’ISAF (International Shark Attack File) ha registrato tra il 1980 ed il 2010 circa 42 attacchi di mako agli esseri umani, dei quali 3 fatali. Generalmente evitano il contatto con l’uomo e in questi attacchi erano coinvolti pescherecci o sub con pesci a seguito; inoltre, mostrano un carattere meno curioso dello squalo bianco quindi di rado si avvicinano ad oggetti sconsciuti.

Concludiamo questo articolo andando a vedere la situazione globale delle due specie di Isurus. La IUCN classifica a livello globale l‘I. oxyrinchus come specie “Endangered” (EN) ossia con una popolazione inferiore ai 2500 esemplari, ma la situazione è meno rosea nel Mediterraneo dove sono stati registrati meno di 250 individui e indicati come “Critically Endangered” (CR); anche l’I. paucus è una specie EN su scala mondiale.

FONTI
I: Squali
IIa: Wikipedia Isurus
IIb: Wikipedia I. oxyrinchus
III: Letteraemme
IV: IUCN

E lo saluto!

  • [QUA] Uno squalo non proprio bianco
    Lo squalo e le bufale, due animali distinti ma accomunati dal desiderio di visibilità. Yahoo ci fa vedere come dare un titolo osceno ad un articolo pessimo

Un commento su “[ANI] Alla scoperta dello squalo mako il “cugino” del bianco

  1. Pingback: Worlds 2022. Il gruppo B sembra già scritto ma attenzione agli sgambetti - PhaElibus

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